PROGRAMMA
Bach, Preludio e fuga in Fa minore (WTK II);
Shostakovich, Preludio e fuga in Fa minore op. 87 n. 18;
In Bach e Shostakovich il pianoforte è presentato, attraverso la scrittura polifonica in tastiera, come uno strumento quasi fuori dal tempo. Si tratta qui di una specie di memoria che affiora fra due lavori di ricerca che indagano invece il pianoforte da prospettive materiche che volutamente cercano di tenersi il più lontano possibile dalla scrittura ‘avanguardistica’.
Stockhausen, Klavierstucke IX (1961);
Il lavoro di Stockhausen, che invece è un pezzo iconico della grande avanguardia darmstadtiana, gioca sulla percussività dei martelletti e sul contrasto fra temporalità cariche di energia ed altre totalmente immobili, quasi installative. Si crea un gioco di risonanze ricco, articolato e serializzato come tutto il resto del materiale sonoro.
Kourliandski, Nocturne (2024);
“Nocturne” di Kourliandski è un chiaro riferimento da parte del compositore ad una tradizione pianistica: quella romantica chopiniana. Associa a questa atmosfera “notturna”, creata dalla mano destra che porta avanti questo flusso motivico, un pattern fortemente ritmico delegato alla mano sinistra. Il tutto è caratterizzato dalla reiterazione: sia dei singoli patterns motivi e ritmici sia anche di intere micro-sezioni. Questo pezzo è una dichiarazione dell’autore russo del rapporto che ha con il pianoforte e con la sua musica, ovvero di rispetto, ma anche timore, per la storia che si trascina da secoli.
Kourliandski, Passé simple (2012);
Anche in “Pasé simple” si può affermare che il rimando alla tradizione della musica tonale è palese: l’autore crea queste successioni di triadi estremamente tonali con l’intento di accomodare sia l’esecutore che l’ascoltatore. L’ambiente circostante si riempie di materiale sonoro sospeso e vibrante. Anche in questo caso non manca l’elemento della reiterazione: in modo quasi catartico il pubblico dovrebbe riconoscere attraverso queste note pezzi già noti all’orecchio.
Andre, iv a-c;
La serie di brevissimi brani di Andre, invece, scarnifica lo strumento fino a ridurlo a poche risonanze. La musica diventa quindi eco di percussioni (il legno della cassa armonica, le corde di metallo stoppate, le sbarre di ghisa della cordiera, il suono di una corda fatta vibrare senza toccare i tasti).
Bedrossian, Pour les corps électriques.
Chiude il programma il lavoro di Bedrossian, un pezzo che inizia e finisce come performance, in cui la pianista poco a poco aggiunge oggetti e corpi estranei all’interno del pianoforte, sviluppa un discorso musicale estremamente concitato e materico, per poi sottrarre progressivamente i corpi estranei (alcuni dei quali elettrici, come suggerisce il titolo) e riportare lo strumento allo stato originario.
BIOGRAFIA
Chiara Di Crescenzo, durante il percorso di studi in pianoforte presso il Conservatorio “L. Campiani” di Mantova, comincia a sviluppare una forte curiosità verso la musica contemporanea studiamo il repertorio di ricerca e sperimentando nuovi linguaggi sonori. Il suo approccio creativo allo strumento si distingue per la voglia di recuperare la spontaneità nell’interpretazione e con lo strumento stesso, esplorandone le potenzialità. Il suo repertorio spazia dal classicismo alla musica d’oggi, alla quale dedica uno speciale interesse. In qualità di membro dell’SCM ensemble del conservatorio di Mantova, ha approfondito il repertorio contemporanea più recente, con e senza elettronica, lavorando con compositori come Daniele Ghisi, Justé Janulyté e Mauro Lanza. Come solista e camerista, ha recentemente preso parte alla New Music Week curata da Mdi Ensemble presso l’Accademia filarmonica Romana, dove ha lavorato con Franck Bedrossian e Marco Stroppa, esibendosi in svariati concerti. Nel 2024 ha inoltre preso parte al corso annuale di pianoforte contemporaneo organizzato dal Divertimento Ensemble presso la Fabbrica del Vapore di Milano e tenuto da Maria Grazia Bellocchio con la partecipazione di Beat Furrer. Si è esibita presso l’Accademia Stauffer di Cremona in un recital solistico eseguendo brani per pianoforte preparato e non, e brani del compositore Dmitri Kourliandski, con il quale ha direttamente collaborato per l’esecuzione dei suoi pezzi in prima assoluta. Attualmente si sta perfezionando presso il Conservatorio di Venezia “B. Marcello” (master di II livello) con la docente Anna D’Errico.
