Tentativo di dare uno spazio reale ad un gruppo virtuale
Studiottantuno, Mantova
15 Febbraio – 12 Aprile 2025
Omaggio a Franco Vaccari
Ancora nei primi anni novanta del Novecento, nello spazio pubblico avvenivano le relazioni fra i singoli e si formavano le comunità dei gruppi. Le comunità già vivevano una perdita di centralità conseguente ai primi effetti della globalizzazione, ma dalla fine del Secolo scorso con la diffusione di Internet, si è verificato un progressivo abbandono dello spazio pubblico a favore degli spazi virtuali offerti dal sistema Internet.
I gruppi che si formano in rete, sembrano replicare un analogo spirito di aggregazione, ma in realtà sono caratterizzati dal desiderio, da parte degli individui, di soddisfare il proprio protagonismo. Fra le cause di un eccesso di esibizione individuale nello spazio virtuale del social, certamente vi è la mancata “resistenza” che il luogo fisico e i tempi dell’interazione, esercitavano prima sui comportamenti individuali. Come è stato osservato, questa sovra esposizione è fonte di stress, ma è tollerata perché produce una intensa, anche se breve, soddisfazione di tipo narcisistico, che necessita di una ripetizione continua della soddisfazione.
La comparazione fra un sistema relazionale tardo Novecentesco, come quello da me a suo tempo osservato con il progetto “Identità di gruppo”, e il sistema di internet, mi ha permesso di comprendere meglio le relazioni fra gli individui nei gruppi di appartenenza fisici e virtuali, e di pianificare un’azione pubblica durante la mostra “Una assenza abitata da una presenza. Luoghi funzionali e comunità”, allo Studiottantuno di Mantova. La mostra espone infatti una serie di lavori realizzati nella prima metà degli anni Novanta che all’epoca già esprimevano il proposito di affrontare tematiche quali, la crisi d’identità dello spazio pubblico e le forme locali dell’impegno civile e sociale.
L’esposizione sarà accompagna per tutta la sua durata, da una azione dal titolo “Riconoscimento pubblico # 1.Tentativo di dare uno spazio reale ad un gruppo virtuale”. L’intervento che intendo realizzare con la creazione di un gruppo Facebook, si propone di attualizzare il controverso tema della comunità nella nostra epoca, assumendo alcune riflessioni di Roberto Esposito. Secondo il filosofo, l’etimologia del termine latino communitas, deriva da munus, che significa “dono” o anche “obbligo” nei confronti di un altro. Ciò significa che “i membri di una comunità, piuttosto che identificati da una comune appartenenza, sono legati dal dovere di un dono reciproco, da una legge che li porta ad uscire da sé per rivolgersi all’altro, quasi per espropriarsi in suo favore”.
I membri del gruppo creato su Facebook, la cui partecipazione sarà su invito, avranno la possibilità di commentare liberamente i materiali postati e le fasi di realizzazione della mostra. Il gruppo, come ogni realtà virtuale, non avrà la possibilità di interagire nello spazio fisico della galleria, ma l’azione da me progettata, forzando la natura del social, prevede un trasferimento dei post e dei loro contenuti dallo spazio virtuale del social ad uno spazio dedicato della galleria, dove sarà creato un allestimento per accogliere le interazioni sociali prodotte dal gruppo.
Questo mio tentativo di dare uno spazio reale ad un gruppo virtuale, come spesso avviene in una azione condotta in tempo reale, mette in conto che l’azione abbia un esito imprevedibile. Tuttavia, qualsiasi sia l’esito dell’azione, avrò comunque raggiunto lo scopo di portare all’attenzione del pubblico in modo attivo, i temi della mostra, ovvero il tema della crisi d’identità dello spazio pubblico e l’idea di comunità che il sistema internet, come “mondo”, sta imponendo su scala globale.
L’azione avrà una sua conclusione in corrispondenza con il finissage della mostra, durante il quale avverrà la chiusura del gruppo Facebook.
William Guerrieri
Modena, 14.1.2025